Cari Associati AIDOP,
come ogni anno l’avvicinarsi del Natale mi rinnova il sentire l’impegno morale, oltre che correlato al mio ruolo di Presidente, di affidare al sito della nostra Associazione una riflessione, che spero  coinvolgente.

Il momento storico e sociale che le realtà del nostro Paese e dell’Europa stanno vivendo, inevitabilmente riferibile ad un evolvere internazionale grottescamente globalizzante, distoglie la mia attenzione dai fini specifici di AIDOP.

L’obiettivo primario della tutela della salute dell’uomo cede il posto alla constatazione dell’impoverimento e del degrado del suo livello morale e della sua capacità di sentire le priorità dell’animo.

Natale è ricorrenza di vita. La nascita di un Bimbo è il rinnovarsi di una Famiglia universale che trasforma il mondo in presepe dove pastori con le pecore, massaie con anatre e oche, artigiani e ricchi Re Magi con cammelli, recano doni ed onorano un bene comune. Un Dio.

Da tempo questa sensazione di rinnovo ci manca. Gesù Bambino e’ diventato Babbo Natale; forse per un mondo di anziani, o perché per i regali agli adulti si spende di più. La tradizione nordica della slitta con le renne ha relegato il presepe nello stretto ambito delle chiese cattoliche dove i fedeli si contano sulle dita delle mani. L’Avvento si passa nei centri commerciali, cattedrali dove le navate ospitano griffe di moda, angoli gastronomici, prodotti per la casa e cosmetici. La capanna con il bue e l’asinello si è moltiplicata all’infinito nei mercatini di Natale riscaldati dal vin brule’ e allietati dalla musica dei pos che contano le tredicesime, che d’obbligo devono portare qualche cosa sotto l’albero, in tavola e aumentare il volume della spazzatura.

Intanto gli schermi proiettano immagini di città rase al suolo da droni in Ucraina, di vita impossibile tra le macerie di Gaza, di ospedali raggiunti da missili dove bimbi nascono e muoiono nello stesso spazio di tempo in cui presidenti, ambasciatori, ministri promuovono incontri e cene di gala.

Natale di vita e Natale di morte, i cui confini non sono le Alpi o il Mediterraneo, gli Urali o l’Atlantico, bensì lo schermo di insensibilità, ipocrisia, egoismo che ormai ci rivestono come una tuta invisibile.

Le sere prenatalizie, in Lombardia, hanno regalato tramonti rossi e tersi nei quali svettavano i campanili dei paesi in attesa del Salvatore. Lo sfondo rosso fuoco ricordava gli orizzonti di guerra del Libano e della Siria, dello Jemen, ma era lo stesso rosso degli sfondi cartacei dei presepi di tutto il mondo. In quei presepi vorremmo augurarci l’arrivo di un Salvatore universale, per lingua, colore, tratti somatici e messaggio di fede e di pace.

Natale è passato così, vane le speranze di tregua, di accordi per il silenzio delle armi. Andiamo verso il nuovo anno e i tramonti non cambiano; persiste la speranza di una presa di coscienza comune che è raggiungibile solo con sensibilizzazione e cultura, valori per i quali AIDOP è da sempre impegnata. Non veniamo meno al nostro impegno che, pur non trascurando il fine sociosanitario di sempre, deve espandersi in dimensione umanitaria che sia attenta al sano ed al malato garantendo il rispetto della vita, il mantenimento o il recupero della sua legittima qualità.

Buon 2025 a tutti.            

         Il Presidente
    Dott. Carlo Bargiggia